Le giovani del Collegio Canossiano di Venezia: voci unite per il Sinodo

Nel nostro collegio la quasi totalità delle ragazze, chi per studi personali chi per frequentazione della parrocchia, risponde affermativamente alla domanda: «Sai che cos’è un sinodo». Molte di loro però non sono a conoscenza della straordinaria opportunità che la Chiesa dona: il Sinodo dei Vescovi che si riunirà nell’ottobre del 2018 e porrà al centro dell’attenzione la condizione dei giovani, non solo quelli cristiani cattolici, ma anche tutti gli altri, nessuno escluso. Proviamo allora a spiegare alle giovani collegiali di che cosa si tratta, le possibilità reali di dialogo che la Chiesa offre. A questo punto le studentesse, senza più remore né vergogna, parlano volentieri della propria esperienza di fede e, pur nelle differenze che ogni storia personale reca con sé, desiderano collaborare con la Chiesa e ci regalano con entusiasmo la propria testimonianza.

I consigli delle giovani del Collegio Canossiano di Venezia per la Chiesa sono:

  1. Tentare di accorciare il più possibile la distanza tra parola proferita e testimonianza pratica per rendere il cristianesimo davvero vitale e incarnato.
  2. Cercare un linguaggio attuale ed efficacie che rinnovi il Vangelo nell’oggi. Non vogliamo certo cancellare ed eludere due millenni di storia, ma desideriamo con tutto il cuore che questi due millenni di storia non smettano di essere compresi e rivestiti di quel messaggio evangelico che “rinnova tutte le cose”. Per questo è auspicabile accogliere capillarmente i tanti e meravigliosi spunti che il Concilio Vaticano II ci ha donato e impegnarci a diventare tutti “collaboratori della gioia” dei fratelli.
  3. Organizzare percorsi formativi per i giovani che non insistano solo su contenuti morali, ma sulla Persona di Cristo che anticipa e riempie di significato il nostro agire e il nostro pensare. I precetti sono strumenti educativi importanti, ma non possono mai prescindere o pretendere di sostituire il racconto salvifico delle Sacre Scritture. L’unicità della nostra religione, ciò che la rende più potente di tutte le bellissime filosofie morali orientali e occidentali, è la relazione d’amore tra Dio e l’uomo.
  4. Il catechismo, per come è oggigiorno praticato, spesso non risponde ai bisogni e alle esigenze delle nuove generazioni per quanto riguarda la conoscenza delle Sacre Scritture e la trasmissione della fede. Le giovani del nostro collegio esprimono il desiderio di acquisire conoscenze teologiche dettagliate che possano sorreggere la fede personale ed essere spunto di dibattito tra credenti, non credenti e appartenenti ad altre religioni. Solo chi ha radici solide può aprirsi serenamente e con coscienza critica al mondo. Le giovani universitarie si affidano alla Chiesa per restaurare, rinnovare e corroborare queste radici, spirituali e culturali.

La speranza delle giovani d’oggi, ma che nella sostanza può valere anche per le giovani di ieri e di domani, è quella di raggiungere la felicità che ben si accorda con la propensione al bene, iscritta in ognuno di noi: solo chi è veramente felice può pensare e agire con coerenza e giustizia.

Più nel concreto si sperimenta il desiderio di relazioni autentiche, di costituire una famiglia, di realizzare le proprie capacità professionali e i sogni più intimi racchiusi nel cuore di ogni persona. In una società come la nostra definita troppe volte “liquida”, le giovani d’oggi rivendicano l’importanza della propria coraggiosa ricerca di stabilità, sentimentale lavorativa professionale e umana, e rinnovano la loro gioia di collaborare e di camminare con e nella Chiesa.

Aurora Ghiroldi,

con la partecipazione volonterosa, l’aiuto fecondo, i desideri vivaci delle giovani del Collegio Canossiano di Venezia