Una giornata a Padova

Riflessioni

Quali novità giungono dal collegio? Un fantastico viaggio a Padova! Proprio così: Sabato 2 Dicembre, un gruppo di ragazze, guidato da Madre Paola, ha lasciato di buon ora il rifugio del collegio per esplorare Padova. Già poter sedere al piano superiore in un treno ancora vuoto e vedere scorrere dal finestrino panorami mutevoli ha aiutato a svegliare le membra ancora intorpidite. Poi l’aria fredda che ci ha investite un volta scese dal treno è stata come una giusta dose di caffeina che ci ha spronate a metterci in marcia, sia per riscaldarci un po’, sia per iniziare ad “appropriarci” della città in cui eravamo giunte. Tutte le tappe della nostra visita si sono incastonate perfettamente nella cornice della giornata.

Il primo luogo che abbiamo visitato è stato davvero di buon auspicio: la Basilica di Santa Giustina. Dico che è stato di buon auspicio perché proprio all’interno di questa Basilica abbaziale è situata la tomba della prima donna laureata- Elena Lucrezia Cornaro-, che abbiamo avuto modo di vedere. È stato un breve ma significativo momento in cui abbiamo potuto fare una piccola riflessione su una donna che, con la propria caparbietà, è riuscita in ciò che amava e che le veniva impedito. Sono sicura che anche noi, con altrettanta determinazione, riusciremo a realizzare ciò che davvero ci sta a cuore, partendo dagli studi, fino ad arrivare a trovare il nostro posto stabile nel mondo.

Seconda tappa: collegio canossiano di Padova. Qui siamo state calorosamente accolte e abbiamo condotto, insieme al Padre Gesuita Guido Bertagna, una riflessione sulla condizione di spaesamento e incertezza che può cogliere i giovani. Con un po’ di timidezza iniziale, abbiamo espresso le nostre opinioni dirette, basandoci sulle nostre esperienze. A conclusione dell’incontro, Padre Guido ci ha letto un brano di Rilke circa la determinazione: è proprio questa la chiave di tutto. Ciò che facciamo è giusto e ben fatto allorché sappiamo che è qualcosa di realmente importante per noi e che quindi sentiamo il bisogno di portarlo avanti. Solo così, solo con una grande motivazione, possiamo trovare il nostro punto fisso.

Dopo un pranzo al sacco frugale ma conviviale, ci siamo dirette dapprima alla Basilica di Sant’Antonio e infine alla Cappella degli Scrovegni.

 

Proprio la Cappella è stata il centro focale della nostra esperienza. Nonostante il tempo limitato della visita, ognuna di noi in un silenzio estasiato ha potuto osservare e gustarsi i particolari degli affreschi che più la colpivano. E intanto, oltre le scene dell’Inferno e del Paradiso, oltre le Virtù e dei Vizi antropomorfizzati, oltre i nostri sguardi in contemplazione, un cielo stellato, dipinto col blu più strabiliante, permaneva sopra di noi e anche noi per breve tempo siamo state oggetto degli sguardi degli affreschi sul soffitto.

Che dire di questa giornata? Sicuramente il filo conduttore è stata la ricerca: a partire dalla ricerca dei luoghi da visitare, passando per la riflessione sulla ricerca della nostra stabilità nel mondo, finendo con la ricerca dei particolari nascosti negli affreschi di Giotto. Ed è impressionante la leggerezza e la spontaneità con cui siamo riuscite a far tutto.

Laura D’Alvano

 

 

 

 


Una giornata a Padova. E’ in questa piccola finestra di tempo che si sono presentate l’occasione di visitare le principali attrazioni turistiche della città,

quali la Basilica di Santa Giustina e la spaziosa piazza antistante di Prato della Valle, la Basilica del Santo, il Duomo e la Cappella degli Scrovegni,e l’opportunità di riflettere, in questo periodo di preparazione al Natale, in mezzo alla frenesia di tutti i giorni, gli esami e gli impegni quotidiani, sulla nostra vita, sulla direzione che sta prendendo, sulla necessità di darle un orientamento per non rischiare di essere “giovani che sembrano pensionati”, come direbbe Papa Francesco, ma per spendere al meglio la nostra giovinezza, partendo dalla consapevolezza di quello che siamo e di quello che vogliamo essere.

 

È stata una riflessione di gruppo guidata, mediata grazie all’aiuto di Padre Guido Bertagna, che ci ha portato ad analizzare le cause di un senso di disorientamento particolarmente percepito al mondo di oggi, in contrasto o forse in continuità rispetto ai tempi passati, per poi ritrovarci in maniera sorprendente con una soluzione, una linea guida in mano, un consiglio e un incoraggiamento finalizzati ad aiutarci a dare una direzione alle nostre scelte e alla nostra vita, bisogno che il mondo cerca di mettere a tacere, ma che continua a interrogarci incessantemente nel profondo del cuore.

Ora tocca a noi: ci attende un cammino in salita, difficile, faticoso, a volte forse scomodo, alla ricerca di noi stesse, dei nostri più sinceri desideri e delle più segrete ambizioni; si tratta di un cammino che richiede pazienza e capacità di ascoltare, riscoprire una voce profonda, che proviene dall’intimo dell’anima e che deve poterci guidare nel lungo percorso che ha come meta una compiuta realizzazione della nostra persona e la Felicità, nel senso più alto del termine.

Con il Natale ormai alle porte, è proprio questo l’augurio più bello che possiamo scambiarci, che possiamo gustare cioè la bellezza di essere persone in cammino verso la scoperta della Verità più profonda della propria esistenza, sempre pronte a meravigliarci di ciò che incontreremo in questo percorso e mai timorose del fatto che esso possa cambiarci la vita, così come noi l’abbiamo immaginata.

“Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere; verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore; confessi a se stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? Questo soprattutto: si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice «io devo» questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità. […] E se da questa introversione, da questo immergersi nel proprio mondo sorgono versi, allora non le verrà in mente di chiedere a qualcuno se siano buoni versi. […] E dunque, egregio signore, non avevo da darle altro consiglio che questo: guardi dentro di sé, esplori le profondità da cui scaturisce la sua vita; a quella fonte troverà risposta alla domanda se lei debba creare. La accetti come suona, senza stare a interpretarla. […] Forse, però, anche dopo questa discesa nel suo intimo e nella sua solitudine, dovrà rinunciare a diventare un poeta (basta, come dicevo, sentire che senza scrivere si potrebbe vivere, perché non sia concesso). Ma anche allora, l’introversione che le chiedo non sarà stata vana. La sua vita in ogni caso troverà, da quel momento, proprie vie; e che possano essere buone, ricche e ampie, questo io le auguro più di quanto sappia dire.”

Da “Lettere a un giovane poeta” di Rainer Maria RILKE

Anna Longo

CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI

Contemplazione

Sono solo 15 minuti – pensi – ma poi entri e conosci l’eternità. La meraviglia di fronte a una creazione umana, una bellezza capace di tramortire, un significato che va al di là di una realtà immediatamente comprensibile. L’opera di Giotto agli Scrovegni è un dono all’umanità, al nostro spirito prima ancora che ai nostri occhi. Non è solo una successione allegorica di scene, ma il racconto di una vicenda comune carica di spunti e contenuti in cui, in fondo, possiamo ritrovarci molto più di quanto potremmo pensare. Ci insegna a cercare ben oltre la superficie degli affreschi, ad elevare la nostra anima verso una dimensione perfetta e superiore, a dimenticare tutto il resto che ci opprime per vivere l’istante sotto quella volta stellata, scrigno di storia e di vita

Jennifer Collavo

 

Cappella degli Scrovegni: “particolare” del Giudizio Universale
Gloria Bernardi

 

Mi ha impressionato lo spirito d’amicizia e di condivisione che ho visto  presenti nelle suore,che anche se non vivono insieme nello stesso convitto  è come se lo fossero.

Visitando la  Basilica di Sant’Antonio mi ha fatto riflettere il vedere le tante persone sostare davanti all’Arca del Santo e pregare appoggiando la mano o la testa dove sono riposte le sue spoglie.

Valentina Damin

Sabato 2 dicembre è stata una giornata davvero densa di emozioni! A ricomporre la prima immagine che mi torna alla mente sono proprio i sorrisi e le risate delle ragazze. Il loro entusiasmo e la loro allegria hanno reso ancora più speciale e indimenticabile per me la visita alle meraviglie della città, dalla Basilica del Santo, alla Cappella Scrovegni; infatti ho potuto contemplarle anche attraverso gli occhi di chi, tra queste giovani donne, si è lasciata guidare da ciò che provava in quei momenti, dal senso di meraviglia…dimenticandosi, per un attimo, del tempo. Libere di camminare al punto da rischiare di perderci a volte, ma solo per pochi istanti perché, anche nella Chiesa più immensa, la voce amica si ode sempre.

L’incedere di quei passi lenti guidati dagli sguardi sospesi nel tentativo di cogliere i segreti di tanta bellezza e maestosità, era come una  forma di preghiera.

Il grande tema della discussione che ci attendeva con Padre Bertagna era quello del disorientamento dei giovani nell’oggi. Condivido pienamente le profonde riflessioni e le paure che sono emerse durante il dialogo eppure, mentre le ascoltavo, riflettevo che proprio noi che parlavamo di problemi quali la mancanza di punti di riferimento, di valori e di senso critico, NOI, eravamo tutte lì, insieme, mosse da una scelta ben precisa: vivere in comunione con altre giovani  per condividere il tempo della nostra crescita. In quella giornata a Padova abbiamo assistito al connubio tra arte e spiritualità…ma quante volte,  in collegio, lo studio stesso diventa spiritualità, quando se ne coglie la bellezza, quando gli si dedica tempo, dedizione, fatica…quando lo si mette in opera facendolo diventare la nostra arte, vivificandolo! Forse a volte la gioventù è convinta di vivere in un periodo più buio di quello che in realtà è: la luce viene da dentro e io ho visto in quelle ragazze delle donne radiose, ricche di valori, che ancora credono nell’amicizia…giovani donne capaci di mettersi in gioco, di lasciarsi coinvolgere emotivamente dalla bellezza che le circonda, di lasciarsi stupire dai capolavori del passato che, in questo modo, vivono ancora..

 

Maria Vittoria Modesti

 

Riflessione

Che cos’ è il disorientamento?
Perché dobbiamo condizionare noi stessi guardando il passato; per le nostre scelte presenti e future?
Cosa significa ascoltare se stessi e gli altri? Che cosa ascolto?

Che cosa permane nella vita?
Sono solo alcune domande che ci siamo poste in una fredda giornata ancora autunnale.

E per dare un contenuto a queste domande, io e altre ragazze abbiamo deciso di intraprendere un cammino verso Padova. Una città che personalmente non avevo mai visto, e mi ha colpito in particolar modo, soprattutto dal contesto fortemente storico-architettonico e religioso-culturale.

Padova è arte, Padova è cultura, Padova è diventata per un giorno luogo di riflessione su se stessi e la vita tra ordine e disorientamento, tra passato presente e futuro. Temi non proprio facili, che ci hanno impegnato assai e che non hanno una risposta ad ogni problema, non hanno una risposta univoca per tutti, forse semplicemente non hanno una risposta…eppure noi questi quesiti ogni giorno ce li poniamo, cercando di dare un senso e tentando di dare delle risposte.

                                                                                                         Marianna Paolazzi